Il marmo: composizione e origine del nome
Il marmo è, scientificamente, una roccia carbonatica originatasi per genesi metamorfica: significa che nasce dalla trasformazione di una roccia preesistente, la cui composizione e struttura hanno subito cambiamenti nel tempo a seguito dell’intervento di diversi fattori chimici e fisici. Nello specifico, il marmo apuano è il risultato della trasformazione di sedimenti di calcare o composti di calcare, che a causa di variazioni di pressione o di temperatura hanno mutato la loro organizzazione e la loro composizione trasformandosi nella roccia bianca con struttura granulare (di “aspetto saccaroide”, per utilizzare un termine scientifico) che oggi conosciamo come “marmo”.
Come anticipato, il marmo è una roccia carbonatica, ovvero a prevalente base di carbonato (deve contenere almeno il 50% di carbonati): il marmo di Carrara contiene, mediamente, circa il 98% di carbonato di calcio, insieme a piccole percentuali di silice, ossido di magnesio, dolomite, residui. La venature, le macchine e le colorazioni che può assumere il marmo sono dovute alla presenza d’impurità (come ossido di ferro, sabbia, argilla) che alterano il naturale colore bianco del marmo puro.
Il termine “marmo” (in latino marmor, in greco mármaron) deriva dal verbo greco marmáirein, che significa “brillare”, “scintillare”: il vocabolo fa dunque riferimento all’aspetto di tale roccia, apprezzata fin dall’antichità per il suo candore, la sua purezza e la sua lucentezza.